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Una società malata.

Qualche riflessione.

a cura del prof. Gabriele Buracchi Nutrizionista e Psicologo

 

Certamente i disturbi del comportamento alimentare sono sempre esistiti e molti esempi restano nei miti letterari, come Gargantua e Pantagruel o nella storia, come nel caso di numerose Sante Anoressiche.

E' comunque innegabile che oggi le cose assumano un aspetto diverso, che nel passato se è vero quello che è emerso da uno studio effetuato pochi anni or sono tra 4438 adolescenti della costa Tosco-ligure (50% maschi e 50% femmine). Da questo studio, di cui riportiamo solo alcuni risultati, peraltro molto significativi e comunque in linea con altri studi del genere, è emersa una generale insoddisfazione per il proprio corpo ed in particolare una radicata convinzione, specie tra le ragazze, di avere un eccesso di peso.

Consulenze  del prof.

Gabriele Buracchi

Psicologo e Nutrizionista

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Anche l’ironia può avere effetti positivi sulla salute. Se volete fare un tuffo nell’ironia, a volte divertente a volte amara, scoprirete un personaggio e un libro straordinari:  il romanzo della scrittrice Oriana Guarino. Una carrellata di divertenti figure di uomini descritti con ironia da una single alla disperata ricerca de

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A me è piaciuto moltissimo

studio prun 1

La domanda rivolta ai soggetti era:

" SI E' MAI SENTITO TROPPO GRASSO?"

Tanto le femmine quanto i maschi intervistati erano 2219. E' interessante notare che ben 1317 femmine hanno risposto in maniera affermativa.

studio 2

La domanda rivolta ai soggetti era:

"COSA PROVA PENSANDO AL SUO CORPO"

Viene spontanea la domanda: da dove sorge questa convinzione? E' probabile che una piccola percentuale di queste persone abbiano realmente un certo grado di sovrappeso, anche se la maggior parte di coloro che hanno risposto in maniera affermativa non avevano nessun motivo oggettivo. Dobbiamo quindi pensare che questa idea sorga a causa dei modelli dominanti. Basta osservare una sfilata di moda od i manifesti pubblicitari che ogni estate reclamizzano costumi da bagno o biancheria intima, ma anche una rivista di moda, per rendersi conto che le modelle (il modello), siano in realtà anoressiche.

Ma la realtà è forse più complessa: basta guardare con attenzione la televisione ed in particolar modo la pubblicità per rendersi conto di come una consistente parte delle merci reclamizzate sia costituita da alimenti e, specialmente con l'arrivo dell'estate, da prodotti dimagranti che, sia detto per inciso, non fanno dimagrire. Interessante è notare come, se per gli adulti il modello che passa è quello della magrezza eccessiva, quando si passa alla pubblicità di prodotti per neonati, il modello che passa è quello del bambino obeso.

Dunque, per adeguarsi a quello che ci mostrano mezzi di comunicazione di massa, dovremmo essere bambini obesi ed adulti sottopeso.

A fronte di questa ricerca di una improbabile magrezza, non finisce mai di stupire la crescente alterazione dei rapporti con il cibo, non solo di persone evidentemente malate, ma delle persone in generale. Trasmissioni sulla cucina sono ormai un fatto quotidiano e si è ormai imposta l'immagine del cuoco come artista. La conseguenza di questa assurdità è la mitizzazione del cibo e dell' atto naturale del mangiare. L'atto naturale di nutrirsi, atto indispensabile alla sopravvivenza individuale, ha finito per assumere significati che non hanno nulla a che vedere con questo. Un interessante studio ha cercato di capire quali sono i motivi che spingono le persone a fare le loro scelte alimentari.Tra i principali motivi che sono emersi ne riportiamo alcuni:

Abitudini familiari - ”scelgo quello che mi ha sempre cucinato la mamma”

Convenienza economica. – “costa poco ed e’ sufficiente a saziarmi”

Gusti personali - “ mi lascio guidare dalla golosità”

Praticità - “non ho tempo da perdere in cucina e così opto per cibi precotti o per la fettina che si cuoce in un attimo”

Compensazione emotiva - ”mi consolo con una fetta di torta”

Pressioni sociali - ”in questa situazione non posso rifiutare quanto mi viene offerto”

Ideali religiosi od etnici – “seguo la tradizione alimentare della mia religione o gruppo etnico”

Ideali ecologisti - “mangio in modo da non causare la morte di animali o danni all’ambiente”

Mode – “consumo alimenti che mi qualifichino come appartenente ad un certo ceto sociale”

Valore nutrizionale – “consumo alimenti che penso forniscano sostanze utili all’organismo”

Tra tutte queste risposte, solo l’ultima considera gli alimenti in relazione al loro significato nutrizionale. Le altre sono dettate da ragioni in grado di condizionare il nostro rapporto con il cibo in maniera spesso negativa. Se, quindi, è certamente vero che mangiamo perché abbiamo fame, il modo in cui mangiamo è fortemente condizionato da fattori sia esterni che interni a noi.

Come abbiamo sopra accennato, probabilmente sono proprio quelli esterni a noi, come le mode, i falsi miti dei mezzi di comunicazione di massa e l'esposizione di modelli irrealistici, che determinano in buona parte l'attuale situazione dei rapporti irrazionali della popolazione in generale con il cibo.

Certamente le persone più fragili e meno capaci di pensiero critico, sono quelle più pronte a prendere per buoni questi modelli.

Il passo verso la malattia è divenuto a questo punto molto breve, ma è lecito pensare che non sia altro che una conseguenza di una socità malata.

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